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Cronologia del Marchesato di Oristano

Walter Tomasi

 

19 maggio 1478

Sconfitta di Leonardo Alagon, marchese di Oristano, ad opera del viceré di Sardegna Nicolò Carroz, presso la villa di Macomer.

 

12 agosto 1479

Oristano e i suoi tre Campidani, – che formavano il Marchesato di Oristano – insieme alla Contea del Goceano, vengono aggregati in perpetuo e in modo indissolubile al patrimonio regio e i titoli di marchese di Oristano e conte del Goceano diventano parte dell’intitulatio dei sovrani della Corona di Spagna. Tutto ciò è sancito da un privilegio reale di re Ferdinando il Cattolico, datato 12 agosto 1478, con il quale Oristano acquisisce lo status di città regia ed è organizzata secondo una struttura municipale, sotto il controllo di un podestà di nomina reale; in questo stesso atto sono stabilite le norme per l’elezione dei consiglieri civici, che prevedono il sorteggio (ensaculació) tra una rosa di nomi di candidati. Questo metodo sarà poi esteso alle altre città regie.

 

15 agosto del 1479

Una nuova carta reale ribadisce la decisione del sovrano Ferdinando il Cattolico di aggregare in perpetuo Oristano e i tre Campidani alla Corona e chiarisce le modalità da seguire per la formazione dei quadri amministrativi della città. Fino al 1485, il sorteggio non entra in vigore a Oristano, essendo insufficiente il numero dei nominativi presentati, e perciò gli amministratori vengono nominati dal viceré.

 

13 agosto 1493

Il re Ferdinando il Cattolico conferma e integra i privilegi concessi in precedenza alla città.

 

Estate del 1522

Una squadra di galee francesi getta le ancore nel golfo di Oristano e gli equipaggi tentano una sortita nel territorio di Terralba, per far bottino, ma vengono affrontati e messi in fuga da gruppi di armati locali.

 

Attacchi barbareschi

Gli abitanti del Marchesato subiscono incursioni dei corsari barbareschi, che sbarcano frequentemente nei litorali del golfo e del Sinis, seminando terrore e compiendo saccheggi, razzie di uomini e devastazioni. Priva di protezione militare, la popolazione si organizza istituendo corpi di guardia e staffette. Nel 1509 e 1515, per esempio, viene assalita la villa di Cabras, con gravi danni materiali e numerose perdite da entrambe le parti; negli anni successivi, altri corsari, spesso guidati da rinnegati, sbarcano nei litorali del golfo, puntando verso i centri abitati per fare bottino di beni e uomini. Ne faranno le spese gli abitanti di Terralba e quelli di Narbolia, per citare i casi più clamorosi. L’Amministrazione regia provvede a dotare i litorali di strategiche torri di guardia, di torrieri e miliziani di vedetta, con staffette notturne di controllo e con un sistema di segnalazioni per la rapida evacuazione degli abitanti minacciati. Il pericolo sarà scongiurato, però, solo in parte.

 

La sortilla del 1547

La prima attestazione di una sortilla, ovvero corsa all’anello, gioco equestre antenato della Sartiglia, risale al 1547 e viene organizzata per celebrare l’imperatore Carlo V. Allo stesso anno risale il più antico riferimento alla corsa del Palio dell’Assunta, per secoli appuntamento competitivo imprescindibile durante i festeggiamenti di mezz’agosto.

 

L’alluvione del Tirso del 05 febbraio de 1623

Durante le ore notturne tra il 4 e 5 febbraio del 1623, un’ampia ondata d’acqua proveniente dal Tirso in piena invade le pianure a nord di Oristano, devastando i campi e gli orti, travolgendo gli animali d’allevamento e occupando non solo i sobborghi di Su Scaraioni, Pontixeddu e Sa Maddalena, con il crollo di più di duecento povere abitazioni, ma anche di parte della città murata. Già il 17 gennaio del 1616, il fiume aveva inondato la zona, ma stavolta il disastro è notevolmente più consistente, i danni sono ingenti e la numerosa popolazione colpita ha bisogno di ogni tipo di soccorso. Le scorte municipali di grano sono andate in gran parte perdute e l’impegno nei confronti degli abitanti da parte dei Consiglieri e di tutti gli altri amministratori civici deve subito fare i conti con il cinismo e l’avidità di speculatori di ogni tipo e con la lenta e pigra macchina burocratica regia. Solo dopo parecchi mesi, grazie all’abnegazione dei Consiglieri, la popolazione può tornare alla normalità, con una recuperata autosufficienza alimentare e con la riparazione – seppur parziale –  dei danni.

 

L’invasione francese del 21-26 febbraio del 1637

Nel 1637, durante la Guerra dei Trent’anni, il Marchesato viene invaso da un’armata francese di 45 navi, capitanata dal conte d’Harcourt. Dopo lo sbarco, avvenuto il 21 febbraio, il territorio intorno a Oristano viene razziato e gli abitanti della città, privi di adeguati mezzi di difesa, si danno alla fuga, non fidandosi della tregua accordata dal conte ai rappresentanti degli amministratori municipali. I soldati invasori ne approfittano e saccheggiano avidamente ogni quartiere, senza risparmiare i luoghi sacri. Dal nord e dal sud del Regno affluiscono, intanto, squadre di miliziani, che iniziano le operazioni di accerchiamento dei nemici. Il giorno 25, i Francesi lasciano la città alla volta del litorale, ma vengono inseguiti e assaliti dai Sardi. Prima di potersi rimbarcare e salpare, gli invasori subiscono molte perdite e sono costretti ad abbandonare parte del bottino raccolto. Le milizie vincitrici, tornate nella città disabitata, si abbandonano anch’esse al saccheggio

 

La peste degli anni 1652-53

La peste arriva in Sardegna dalla Catalogna nel 1652 e si diffonde inizialmente nel territorio tra Alghero e Sassari. Subito dopo, tutta l’Isola è investita dal contagio. E scatta l’emergenza. La junta del morbo, un collegio di magistrati regi creata ad hoc, impartisce le direttive per combattere e arginare l’epidemia. Oristano mette subito in atto ogni possibile accorgimento: si controllano gli spostamenti dei sudditi; si individuano, in successione, diversi lazzaretti per le quarantene; si vieta il consumo del pescato lagunare, considerato poco salutare; si indicano i luoghi deputati agli scambi commerciali; si affida ogni decisione specifica a un commissario del morbo. Durante l’estate, il contagio subisce un arresto, ma nell’autunno cresce il numero dei malati e dei decessi tanto nei villaggi quanto nella città. Aumentano anche i casi di furti e violenze. Medici e cerusici risultano insufficienti e privi di mezzi. I casi di contagio si riducono sensibilmente soltanto nel febbraio del 1653. La conta dei morti è impressionante: nella città murata, i decessi ammontano a circa 700; nei borghi, si avvicinano a 1500. Solo a giugno viene portata a termine la completa purificazione di tutti i centri abitati.

 

La Guerra di Successione

Dopo la morte del re di Spagna Carlo II, Filippo di Borbone, appoggiato anche dalla Francia, viene proclamato re a Madrid il 18 febbraio del 1701, con l’ordinale V. Contro di lui, varie potenze europee sostengono le pretese al trono di Carlo d’Asburgo, arciduca d’Austria, anch’egli, come Filippo, imparentato alla lontana con il defunto Carlo II. Scoppia allora la Guerra di Successione e in Sardegna solo la nobiltà si interessa alla contesa e si divide in due schieramenti, uno con Carlo, l’altro con Filippo. Carlo, con l’ordinale III, viene accettato come re dall’ancora esistente Corona d’Aragona, che comprendeva anche il Regno di Sardegna e, dunque, il Marchesato di Oristano. Nel 1708, Carlo fa occupare la Sardegna e promette di rispettare tutte le prerogative e i privilegi regnicoli. Nel 1711, Carlo diventa imperatore d’Austria con l’ordinale VI e allora la diplomazia europea si muove per favorire Filippo V che, con la pace di Utrecht del 1713 e il trattato di Rastadt, del 1714, viene riconosciuto come sovrano della Spagna. Filippo V, poco dopo, pone fine alla Corona d’Aragona, l’antica istituzione medievale nella cui orbita gravitava il Regno di Sardegna da circa quattro secoli. Nel 1717, con lo sbarco di una squadra navale, Filippo V strappa a Carlo VI la Sardegna. Intanto, nel 1718, le potenze europee stabiliscono a Londra di restituire l’Isola a Carlo VI, ma Filippo V non cede. Poi, dopo vari fatti d’arme e accordi diplomatici, con successivi scambi territoriali, il Regno di Sardegna passa ai Savoia, nel 1720.