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VII - Il popolo e la Carta de Logu

Clara Murtas. Illustrazioni di Pia Valentinis.

 

Jorgi, Iusta e Bera sono i figli di Gosantine Stapu conciatore, e Maria d’Eregu, tessitrice. Jorgi lavora con il padre nella conceria e Justa lavora al telaio con la madre. Anche Bera impara a tessere; ha sette anni e non va a scuola perché solo i benestanti possono permetterselo.

Ma oggi non si lavora: è la festa di santa Maria e tutta la famiglia si prepara per andare al santuario. Prenderanno il carro, anche se il santuario è solo a due ore di cammino, perché il padre deve consegnare delle pelli conciate. Hanno messo tuniche pulite: Maria ne ha tessuto una nuova per Bera, invece Iusta l’ha fatta da sé, perché ormai è diventata più brava di sua madre.

Le donne si sono attardate per sistemare un po’ la casa, che consiste in un’unica stanza. Al centro c’è su fokile dove si cucina, e vicino a una cassapanca che serve a tenere i pochi abiti, ci sono alcuni pagliericci e stuoie per dormire; completano l’arredamento un tavolo basso e alcune sedie.

Le stoviglie sono di legno, le brocche e le pentole di coccio. Il pavimento è di terra battuta e le finestre in alto sono piccole e non hanno i vetri.

Quando il tempo lo permette, tutti i lavori vengono eseguiti nel cortile: mentre Justa tesse, Maria, aiutata da Bera, sfaccenda dall’alba al tramonto tra il pozzo, il pollaio e il forno.

Finalmente si esce e, una volta montati sul carro, si parte. Quando si arriva fuori dalla città Jorgi comincia a cantare: ha una bella voce e le sorelle si uniscono a lui cantando muttetus a Nostra Signora del Rimedio.

Appena giunti al santuario, Bera incomincia scalpitare come una puledra perché c’è la fiera e lei vuole vedere proprio tutto, così quando scendono dal carro la piccola si infila subito tra la folla che va verso la chiesa.

C’è una gran confusione, i tavernieri dalle glorias (baracche col tetto di frasche) offrono vino e cibi, i mercanti terramangesus (della terra grande, i continentali) stendono sui banchi stoffe meravigliose e giocattoli mai visti. Bera sa che la sua bambola di canna è l’unico giocattolo che può permettersi, ma guardare non costa niente! così osserva e tocca tutto quello che c’è sul banco, mentre il venditore non la perde di vista un momento:

- Guarda che non rubo niente!- dice Bera, e mostrandogli la lingua scappa via.

Passa davanti a un banco dove suo fratello sta contrattando l’acquisto di un coltello dal manico di corno, ma per fortuna riesce a non farsi vedere e può continuare indisturbata la sua esplorazione.