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L’ordinamento amministrativo

Giuseppe Mele
 

Secondo il privilegio concesso da Ferdinando d’Aragona nel 1479, la struttura amministrativa di Oristano si compone prevalentemente di ufficiali eletti col sistema del sorteggio: i cinque consiglieri, i membri del consiglio maggiore, il clavario e il mostasaf. Il podestà e gli ufficiali dei tre Campidani sono invece di nomina regia e la loro designazione spetta al viceré. L’equilibrio di poteri nel governo del municipio, di chiara impronta catalana, è dunque garantito dalla coesistenza di un consiglio civico espressione del patriziato urbano e di un ufficiale reale incaricato di tutelare gli interessi della Corona.

L’organo di governo municipale è costituito dai cinque giurati, a ciascuno dei quali sono assegnate precise mansioni esecutive; solo quello “in capo” rappresenta però ufficialmente la città e ne difende i privilegi. Il potere deliberante spetta al consiglio generale, che svolge funzioni consultive per i giurati e il podestà. Il clavario gestisce il servizio di cassa del municipio e le operazioni concernenti riscossioni e pagamenti tanto in città che nei tre Campidani. Per questo motivo l’incarico viene assegnato esclusivamente a chi abbia un grado di istruzione che gli consenta di tenere correttamente la contabilità. La delicatezza dell’ufficio è mostrata anche dal fatto che al momento dell’assunzione della carica il clavario deve versare una cauzione di 500 lire, mentre alla scadenza del mandato il suo operato passa al vaglio del podestà e dei consiglieri

Il rispetto delle norme sull’alimentazione pubblica, la disciplina dei consumi, il controllo dei prezzi e dei luoghi deputati alla vendita delle derrate, l’accertamento del buon uso di pesi e misure e della qualità delle merci, allo scopo di impedire le frodi, spettano al mostasaf. Al pari del clavario, anche per questo ufficiale al termine dell’incarico è prevista una verifica contabile perché riscuote i proventi delle pene pecuniarie imposte ai frodatori.

Il podestà, espressione del potere monarchico, può essere scelto esclusivamente tra i cittadini oristanesi residenti nel Regno da almeno due anni. L’incarico è biennale e prima di assumerlo il prescelto ha l’obbligo di giurare fedeltà alla Corona e di prestare omaggio al viceré. Una volta scaduto il mandato viene avviato un controllo sul suo operato, sottoponendolo al vaglio di una commissione formata da tre probiviri sindacatori. Le sue competenze sono più che altro di carattere giudiziario, con attribuzioni gerarchicamente superiori a quelle degli ufficiali dei tre Campidani.

Questi tre funzionari sono scelti dal viceré in una rosa di quattro nominativi per ciascun Campidano indica ogni due anni dai consiglieri e dal podestà. Ciascuno di essi amministra il primo grado di giustizia in campo civile e criminale nel proprio ambito territoriale, avendo la facoltà di fare arrestare, incarcerare e liberare gli accusati. Solo nel caso di reati particolarmente gravi quali l’omicidio o la lesa maestà, per i quali sono previste la condanna a morte o la mutilazione, i colpevoli devono essere consegnati al podestà, che trasmette gli atti processuali al viceré o, in sua assenza, al governatore del Capo di Cagliari.